Scena n. 1 Avete mai pensato a una Coop che ospita un evento Esselunga, o viceversa? Roba da non credere, e invece in Silicon Valley accade più volte ogni settimana, come è accaduto a un gruppo di noi ieri sera, andando alla sede di eBay per un evento che aveva il Vice President di Google come relatore, su un tema sfidante come l’Intelligenza artificiale. Questo la dice lunga sulla libertà mentale anche fra competitor, perché la Silicon Valley ha ovviamente meccanismi di protezione della cosiddetta IP (Intellectual Property), ma ha anche questa filosofia di condivisione dell’innovazione, che quanto più è pervasiva, tanto più è fruttuosa. Pensate ora alla gelosia nella protezione dei nostri piccoli segreti professionali, e poi immaginatevi seduti nella saletta convegni di un vostro competitor, a raccontare i motivi del vostro ultimo successo: chiedete gli occhi, e direte che non è possibile.
Scena n. 2 Quello stesso Vice President di Google, finito l’intervento, si siede in mezzo agli altri, anzi, si prende al banco una birretta e si mette in ultima fila, facendo una cosa incredibile: ascolta gli altri interventi della serata, e poi ascolta e risponde alla fila di coloro che vanno a chiedergli consigli, o a proporgli idee, o il proprio cv. Chi lo ha osservato mi assicura che non ha guardato una volta il cellulare, non ha mostrato impazienza, ha ascoltato tutti, e non per una forma di finta benevolenza: qui si è pronti ad ascoltare per una questione di educazione quasi sempre sincera, ma anche perché si pensa che da una conoscenza casuale o da un’idea che pare balzana può nascere una scintilla per un nuovo prodotto. E Brad Horowitz non era nemmeno arrivato stressato, dopo una giornata di lavoro che penso non fosse stata facile….
Scena n. 3 Dopo i due interventi principali, in quello stesso panel vanno al microfono alcune persone con un segno rosso a pennarello sul badge (anche quello informale, alla californiana). Sono persone che spiegano il progetto che stanno realizzando, ma che concludono lo speech dicendo che a loro serve subito un product manager, o uno sviluppatore di software, o un chimico, e che naturalmente l’assunzione sarebbe immediata. In Italia figure simili sarebbero assalite di domande e non solo, mentre qui si siedono e al termine dei vari speech, davanti a un burrito o una bibita, ascoltano tutti quelli che si rivolgono a loro, e si fanno la prima idea sui possibili candidati per coprire quei posti. Anche per questo, forse, si dice che gli head hunters in Silicon Valley lavorano poco ….
Scena n. 4 La mattina dopo siamo a Microsoft, dove seguiremo due lezioni: anche qui ricevono noi estranei con un ricco breakfast e si conclude con un lunch offerto, e in una pausa leggiamo sul display che quel giorno arriverà Satya Nadella, il n. 1 di Microsoft, che mette ogni settimana un giorno a disposizione dei dipendenti, per idee e non solo per quelle. Ma dove siamo, c’è da chiedersi? Certo, ci sarà un po’ di corporate marketing, e potrà essere anche il modo per attenuare l’impatto di eventuali altri aspetti meno positivi, ma rimane il fatto che un CEO che dedica così tanto tempo ai dipendenti, quando il “suo” tempo viene calcolato su un tassametro che corre velocissimo, è un fatto del tutto inconsueto. Siamo in un altro mondo? No, siamo a poche miglia da San Francisco.