E allora, qual è il “so what” dell’esperienza in Silicon Valley? La ricchezza degli spunti che abbiamo ricevuto devono discuterla i partecipanti. Quanto a me, vorrei ragionare su un aspetto, che vale come punto di partenza e non di arrivo di questa iniziativa che posso definire senza dubbio straordinaria.
Voglio tentare di descrivere la consapevolezza che tutti abbiamo acquisito: l’economia mondiale è seduta su un vulcano, che non è costituto dal potere militare (ha un peso, ma grazie a Dio non è decisivo), e nemmeno da quello finanziario, nonostante il turbocapitalismo giochi un ruolo importante e abbia fatto molti danni a chi costruisce, al contrario, l’economia reale. Il vulcano è invece alimentato da un moto creatore e riproduttivo di conoscenza, che esplode continuamente con un’infinità di lapilli nelle discipline scientifiche e nelle applicazioni inimmaginabili della digital transformation.
La trasformazione digitale è il “sovra-sistema” entro cui si situa Industry 4.0 come sistema specifico del manufacturing, anche se per questo settore Industry 4.0 ha soluzioni specifiche (offrendo le applicazioni per gli Smart Product, o i CPS, o la manutenzione predittiva, e varie altre) ma anche altre tecnologie, che sono comuni alla più ampia tendenza verso la digital transformation (i Big Data e gli Analytics, tanto per fare un esempio, sono già applicati a sanità, PA, meteorologia, discipline assicurative ecc.).
Dunque siamo seduti sopra un vulcano che si chiama conoscenza. E la prima conseguenza di ciò è che ci muoviamo nella knowledge economy: la Silicon Valley, con la sua sovrabbondanza di saperi, ci ha dato una prova inconfutabile di questo trend. Qui imprese e manager vanno a caccia di nuovo know-how pregiato, attraggono talenti, fanno investimenti in R&D, sostengono startup che hanno un cuore scientifico e tecnologico. Ci piaccia o no, dobbiamo fare i conti con questo vulcano che lancia lapilli di ogni tipo e in ogni direzione, e la Silicon Valley è uno dei luoghi al mondo in cui ciò accade in modo clamoroso.
Di luoghi del genere, al mondo, ve ne sono almeno altri due. È lì che punta ad andare Federmanager Academy, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei manager e imprenditori un’opportunità di ricerca e di crescita.
Uno di questi ambiti di osservazione è la Cina: ad ottobre prossimo partirà il percorso formativo che consentirà ai partecipanti di incontrare investitori cinesi e realtà industriali d’eccellenza. Cosa c’è da vedere di avanzatissimo presso il Science Technology Park di Hong Kong? Suggeriamo come risposta life sciences, meccatronica, Ict, biomedical sciences … Cosa vi sia da vedere nel Guandong o a Shangai lo sapremo di preciso fra pochi giorni (stiamo rilanciando la richiesta ad alcune aziende top), ma la risposta sulle realtà del manifatturiero più potente del mondo è facile da intuire.
Torneremo di nuovo negli Usa, ma questa volta sul piano della partnership che Federmanager Academy ha con l’edizione italiana di MIT Technology Review. Stiamo infatti per lanciare la nuova versione del questionario su cui sarà costruito il Rapporto che già abbiamo fatto nel 2015 con questo prestigioso centro di ricerca. Potrete scaricarlo gratuitamente dal nostro sito (www.federmanageracademy.it) e aiutarci a capire qual è lo scenario già in costruzione, e quale formazione è necessaria.
Anche a Boston, infatti, il vulcano spara in ogni direzione, dal deep learning ai nuovi algoritmi che possono cancellare o creare interi lavori, dall’Intelligenza Artificiale che ora è “distributed” ai robot addestrati al tatto e non solo all’aspetto visuale. Tutto è in movimento, e noi vogliamo dare un contributo a chi vuole prevedere e gestire l’arrivo dei prossimi lapilli del vulcano. Anche mentre leggete questo articoletto, ce ne sono alcuni che stanno per toccare il suolo: siamo pronti? La Cina e la rivista del MIT non sono gli unici centri di attenzione che abbiamo nei prossimi mesi… Vi sveleremo presto altre novità.