Incontrare aziende, manager, professori universitari, venture capitalist e business angel è stata un’esperienza straordinaria.
In Silicon Valley il network viene prima di tutto: la grande facilità nei rapporti, l’apertura e la disponibilità sono la prima caratteristica di quest’ambiente. Negli eventi di social networking è possibile incontrare manager, esperti di tecnologia e finanziatori. In gran parte dei casi la serata si apre con uno speech o un panel e può proseguire con pitch di startup che si presentano per proporre opportunità d’investimento e molto spesso anche per reclutare collaboratori.
In Silicon Valley ti chiedono di sbagliare. Proprio così: più sbagli e più impari. Non convince un imprenditore che non ha mai fallito oppure un investitore che non ha mai perso soldi. Su 100 startup finanziate, solo un quarto sopravvivranno, e quello che più conta è che forse soltanto una di loro sarà un “unicorno”. Si cerca focalizzazione, un business model credibile, differenziazione e un team coeso e articolato. Non interessa galleggiare, si vuole volare.
Think Big! Qui è davvero la regola.
Mi porto a casa la storia di chi ha preso un’azienda da 10mln, l’ha trasformata in una da un fatturato di 500 e poi a sua volta, è diventato un venture capitalist. Ho raccolto molte altre storie come questa.
Oggi torno con la voglia di innestare questa esperienza nella vita di ogni giorno, di raccontarla e unirla alle molte energie che devono cambiare questo Paese.
Un’applicazione diretta e concreta potrebbe essere proprio quella di mettere a frutto la nostra esperienza di manager con questo spirito, per sostenere e guidare lo sviluppo delle molte idee innovative che stanno nascendo in Italia, aggiungendo organizzazione, finanza e “Think big!” allo straordinario lavoro di molti nostri ricercatori che operano nel mondo delle nuove tecnologie.